giovedì 28 ottobre 2010

OSSERVATORIO CRITICO UNIVERSITARIO - Terzo incontro


Tutto si è fatto linguaggio

Linguaggio:

Capacità peculiare della specie umana di comunicare per mezzo di un sistema di segni vocali che mette in gioco una tecnica fisiologica complessa, la quale presuppone l’esistenza di una funzione simbolica e di centri nervosi geneticamente specializzati.”
(Dizionario della lingua italiana, Zanichelli, 2004)
Stando alla definizione fornita dal dizionario della lingua italiana Zanichelli,il linguaggio, sembra sfuggire a tutto ciò che non riguardi la semiotica vocale. Ma l’assenza di tale sinestesia, negata appunto dal coinvolgimento di quest’ultimo senso, appartiene effettivamente alla quotidiana comunicazione umana?

I Santasangre sciolgono ampiamente questo nodo nella ricerca e nell’ elaborazione di spettacoli multisensoriali, in cui la musica come le immagini, intrecciate al movimento dei corpi sulla scena, stimolano le capacità percettive dello spettatore nella loro totalità.

Effetti di luce e proiezioni, tracce musicali gestite e manovrate dal vivo,oleografie, immagini in continuo divenire e psichedelici elementi scenici, chiamano lo spettatore ad affinare lo sguardo al di là di una limpida fruizione della scena, ponendolo di fronte ad un processo di sperimentazione linguistica in cui l’intenzione comunicativa si trasferisce da un piano narrativo-descrittivo ad uno poetico-evocatico.

Complicità intellettuale nell’occhio di chi guarda, di chi è in scena con il proprio corpo, di chi lo è con l’espressione di una meccanica d’avanguardia. Nel rapporto dei diversi elementi la scelta dei Santasangre è quella di ridurre al minimo la distanza tra forza meccanica e forza umana, ponendo i due soggetti scenici in una totale condizione d’ascolto l’uno verso l’altro: l’attore dovrà rispettare gli schemi video-illuministico-musicali predefiniti e, a loro volta, gli effetti (gestiti in modo volutamente fallibile sull’onda di una messa in scena dal vivo), saranno pronti a sorprendere l’errore,il ritardo,lo scarto rispetto ad una traccia tutta in divenire.

Detto questo, perché i Santasangre eleggono come nuovo mezzo comunicativo le proiezioni oleografiche e le video-immagini?

Sicuramente la scelta non è di genere sensazionalistico bensì riguarda l’essere figli di una contemporaneità avvezza all’utilizzo e alla fruizione della tecnologia.

L’aspetto peculiare di tale fenomeno teatrale, riscontrabile ad esempio nella trilogia “Studi per un teatro apocalittico”, risiede, da una parte, nell’uso della virtualità come attore sulla scena,dall’altra, nel messaggio critico relativo alla stessa e alla sua demonizzazione.

La macchina, proverbialmente manovrata dall’operato umano, si trova a indossare per la seconda volta i panni da protagonista assoluto portando con sé il ricordo e la reinterpretazione di un futurismo del secolo scorso: a suggerire la suddetta analogia parole distorte e neologismi, ripetizioni meccaniche del gesto fisico, scomposizioni dei piani ottici sperimentati in questo caso per dimostrare una posizione polemica e politicamente opposta rispetto alla precedente.

Agnese Valle, Maria Rita Di Bari
Osservatorio critico Roma2

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