martedì 23 novembre 2010

Il decimo appuntamento in calendario è

venerdì 26, sabato 27, domenica 28 novembre ore 19.00 - 22.00
KOLLATINO UNDERGROUND
Via Sorel 10, Roma



ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI

incontra
ANDREA PORCHEDDU


Nel nono incontro di Novo Critico:

Tre giorni per One Day
conferenza-spettacolo di e con Accademia degli Artefatti partecipa Andrea Porcheddu
(nei giorni del 26 e 27)

In occasione di Novo Critico, Accademia degli Artefatti presenta una conferenza-spettacolo per rivedere e riflettere su “ONE DAY finalmente vivere servirà a qualcosa”, un’esperienza artistica e produttiva indimenticabile. Accademia degli Artefatti presenta Tre giorni per One Day venerdì 26, sabato 27, domenica 28 novembre nei locali del Kollatino Underground dalle ore 19.00 alle ore 22.00. Una conferenza-spettacolo dedicata al progetto produttivo di uno spettacolo di 24 ore che due anni fa non riuscì a debuttare a causa di problemi produttivi. Dopo due anni Novo Critico permette alla compagnia di portare a termine quello che il regista Fabrizio Arcuri definisce “l’elaborazione di un lutto artistico” e insieme di ritrovare e rigiocare con i testi e gli umori di quello spettacolo. Un’occasione unica per comprendere che spettacolo sarebbe dovuto essere e che spettacolo non è stato. L’incontro sarà coordinato da Andrea Porcheddu, redattore di delteatro.it, e docente Iuav a Venezia. Nell’occasione sarà presentato il volume “One Day - finalmente vivere servirà a qualcosa” di Magdalena Barile/Accademia degli Artefatti edito da Titivillus “Ventiquattro ore tra Bucarest e Tijuana ascoltando i Kiss e leggendo Brecht, dove ogni ora è scandita da un evento, pubblico o privato che sia, grazie a Sophie Calle, Santiago Serra, Wang Quingsong, Cindy Sherman, attori che dormono e tecnici che fanno monologhi e una falsa Liz Taylor che racconta la storia di un ragazzino rumeno rapito e portato in Messico per venderne gli organi. Dopo un periodo di voci sgranate e appena pronunciate, di spazi poco più che vuoti e di giochi umani prima ancora che attoriali, molto dopo DALL’INFERNO e subito dopo Crimp e Crouch, ci sembra il momento di fare più rumore, di occupare più spazio e in modo più dirompente, per giocare ancora con la ridondanza della realtà ma senza sottrarvisi.” [Fabrizio Arcuri]. ONE DAY si propone come un luogo e un tempo che ospitino il teatro in tempi in cui il teatro fatica a essere ospitato. È uno spettacolo sulle modalità produttive di fare spettacolo, sul senso di fare spettacolo, sul senso di non farlo. Uno spettacolo per il pubblico, sul pubblico e del pubblico. È uno spettacolo fatto di eccezioni, uno spettacolo pornografico, contro la pornografia; una storia emozionante contro l’emozione, contro il turbamento. ONE DAY non è un evento, ma è uno spettacolo sull’evento. Dura ventiquattro ore, non ha inizio e non ha fine: è già iniziato quando entra il primo spettatore e termina solo dopo che se ne andrà l’ultimo. La sua compiutezza risiede nella durata. Rimanda alla classicità della tragedia, dell’epopea, più che alla performatività contemporanea. Nel suo intero sviluppo mescola i generi, li ri-produce, li parodia, li rifiuta. E’ una festa, un’occasione di incontro tra spettacolo e pubblico, entrambi forzati alla reciproca – a tratti estenuante – comprensione. È anche un musical, che però si vergogna di esserlo. Finalmente vivere servirà a qualcosa non è solo un sottotitolo: è un’indicazione estetica e di lavoro, che fa propria e insieme condanna la tendenza tipica dei nostri anni a riprodurre, filmare, fotografare, inquadrare ogni avvenimento e ogni luogo.

ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI si forma intorno agli anni Novanta con lo specifico progetto di promuovere, organizzare e diffondere la cultura teatrale. Produce numerosi spettacoli, performance e azioni teatrali ed è ospite nelle più importanti manifestazioni teatrali e rassegne italiane. Vince la Biennale giovani di Roma del 1999 e nel 2000 il Palazzo delle Esposizioni di Roma dedica un’ampia retrospettiva dei lavori del gruppo. Gli ultimi anni, segnati dall'incontro con la drammaturgia inglese contemporanea e con gli autori Sarah Kane, Martin Crimp, Tim Crouch e Mark Ravenhill, hanno visto Accademia degli Artefatti impegnata in lunghe tournée per tutta Italia. In particolare con gli ultimi passaggi dei progetti Dress Code: reality (Tre pezzi facili e Attentati alla vita di lei di Martin Crimp), Ab-uso (An oak tree e My arm di Tim Crouch) e Spara, trova il tesoro e ripeti di Mark Ravenhill. Questa svolta drammaturgica ha portato la compagnia a ricevere il Premio Ubu 2005 per Tre pezzi facili e il Premio della Critica 2010.

ANDREA PORCHEDDU è critico teatrale e giornalista, membro dell’Associazione Nazionale Critici Teatro e dell’International Association Theater Critics, insegna dal 2002 “Metodologia della critica dello spettacolo” alla “Facoltà design e arti” dello Iuav di Venezia. Ha insegnato “Animazione Teatrale” all’Università della Calabria e “Teoria e Tecnica della progettazione pedagogica” all’Accademia Silvio d’Amico di Roma. È stato direttore responsabile del bimestrale Teatro/Pubblico, edito dal Teatro Stabile di Torino fino al giugno 2007. Ha collaborato con diverse testate nazionali (Rai Radio3-Suite; RaiSat; RaiUno-Palcoscenico, Il sole 24ore, L’Unità, Stream Tv; Epolis; Dnews) e scrive per delteatro.it. Ha pubblicato diversi libri, tra cui “Questo fantasma, il critico a teatro” (Titivillus, 2010); La storia e la visione: sessanta anni dell’Accademia Nazionale di Danza (Gangemi, 2008); Il falso e il vero: il teatro di Arturo Cirillo (Titivillus, 2008); Palermo dentro: il teatro di Emma Dante (Editrice Zona 2006); Per una nuova animazione teatrale (Edizioni Casa Teatro Ragazzi, Torino, 2006), L’invenzione della memoria: il teatro di Ascanio Celestini (Il Principe Costante edizioni, 2005), Il compagno di Banquo: scritti su teatro e scuola (Fabio Croce Editore, 2002), Adriatico, manuale per un viaggio teatrale nei Balcani (Edizioni Css Udine, 2001), Casa degli Alfieri, la terra e la poesia (Titivillus, 2001), numerosi saggi, sceneggiature e i romanzi Piccola tragedia, in minore (Edizioni Fabio Croce, 2000) e Amarti m’affatica (Maschietto Editore, 2006). Per RaiCinema è co-autore dei documentari Antigone e l’Impero (2008) e L’Italia del nostro scontento (2009). Dirige il Festival “Teatri delle Mura” di Padova dal 2006 al 2009, ha ideato e dirige il Festival “Sguardi-teatro contemporaneo in Veneto” ed è membro di numerose giurie nazionali ed internazionali di settore.

ingresso libero su prenotazione

info e prenotazioni: tel begin_of_the_skype_highlighting 349 2834261 end_of_the_skype_highlighting
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NONO INCONTRO: AMBRA SENATORE / RODOLFO SACCHETTINI

Novo Critico 2010. Ambra Senatore: frammenti ironici della nostra umanità




a cura di klpteatro.it

INTERVISTA DI KLP AD AMBRA SENATORE E RODOLFO SACCHETTINI



intervista di klpteatro.it

QUARTO APPUNTAMENTO - IL VIDEO INTEGRALE

NOVO CRITICO 2010
ALESSANDRA SINI / SISTEMI DINAMICI ALTAMENTE INSTABILI e ROSSELLA BATTISTI

IL VIDEO INTEGRALE



A cura di e-theatre.it

lunedì 22 novembre 2010

OTTAVO APPUNTAMENTO: DARIA DEFLORIAN /KATIA IPPASO

Novo Critico 2010. Daria Deflorian e il reality senza show




a cura di klpteatro.it

INTERVISTA DI KLP A DARIA DEFLORIAN E KATIA IPPASO



intervista di klpteatro.it

OSSERVATORIO CRITICO UNIVERSITARIO - Settimo incontro

Settimo incontro - 5 novembre 2010

NOVO CRITICO 2010 : "Estratti dostoevskijani"
Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia incontrano Simone Pacini



In due

L’attenzione va risposta nelle parole, se ne dicono tante, poche contano, bisogna scegliere con cura ed essere diretti, guardando agli insegnamenti del passato, letterari e teatrali. Nel primo caso Dostoevskij, nel secondo l’avanspettacolo, dove le cose avvengono direttamente ed il pubblico deve essere rapito dagli attori che, sugli umori di quello, plasmano la propria tecnica, capace d’improvvisazione e d’una variazione di ritmo che rende una battuta unica e riuscita. Bisogna lavorare molto, anni ed anni, la noncuranza della critica ufficiale e la rincorsa al piccolo genio di turno che esca vittorioso da un prestigioso premio teatrale devono muovere ad una ferrea e sarcastica critica, ma non abbattere, la scena finale del “Premio Dostoevskij”, dove chi organizza la manifestazione è anche colui che sarà premiato, parla da sé. Il lavoro del teatro è scelta di vita. Tutto questo vogliono comunicare Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia quando nello spazio Kataklisma offrono un assaggio del loro modo di intendere il teatro e si intrattengono nel dibattito che ne consegue. Del grande scrittore russo tornano quasi sussurrate, come ipnotiche, aiutate dagli occhi magnetici dell’attrice, le parole del monologo finale di Alioscia, che ammutoliscono l’uditorio per la loro disarmante purezza, tanto lontana dalla maggior parte delle espressioni culturali del nostro tempo che, se non dicono con violenza, se non riportano l’orrore e le brutture così come accadono nel quotidiano, spesso partono svantaggiate. Come se la fantasia, quando astrae per parlare di temi universali in grado di risuonare sempre, in ogni tempo, significasse essere fuori dal proprio tempo. Si sa invece che gli umiliati e offesi esistono e sempre esisteranno, il ricorso a Dostoevskij che su quelli basa la propria poetica è assai indicativo. Segue un divertente sketch dove chi viene additato come cretino appare più intelligente del superbo dal tono professorale e al silenzio rispettoso del pezzo precedente si sostituiscono risate che a ben guardare testimoniano come si possa mantenere uno stesso significato pur con due registri diversi. In entrambi i frammenti presentati vi è uno stesso sottotesto, in entrambi la morte, gli interrogativi essenziali sulla vita e sul modo di viverla, su quel che avverrà dopo la fine sono il soggetto principale. Si parli del senso della vita, chiede più volte Ventriglia durante l’incontro col pubblico, la Garbuggino lo ascolta silenziosa con convinzione e, al vederli, si ha il pensiero che quando si è in due sia, dopotutto, possibile combattere per il proprio teatro, la propria vita. 
Laura Pacelli
Osservatorio critico Roma2

giovedì 11 novembre 2010

Il nono appuntamento in calendario è

Venerdì 12 novembre ore 21

SPAZIO KATAKLISMA
Via G. De Agostini 79 - Roma (Pigneto)


AMBRA SENATORE
incontra
RODOLFO SACCHETTINI


Nel nono incontro di Novo Critico:

Materiali sparsi per una nuova creazione
Esposizione informale di materiali della nuova creazione in fase di lavoro

con Caterina Basso, Claudia Catarzi, Ambra Senatore

Venerdì 12 novembre ore 21, presso lo Spazio Kataklisma, il giovane critico Rodolfo Sacchettini, incontra Ambra Senatore, in una serata dedicata all’esposizione informale di materiali della sua nuova creazione. Ambra Senatore, nata nel 1976, è danzatrice professionista in Italia e in Francia dal 1997, ha pubblicato La danza d’autore. Vent’anni di danza contemporanea in Italia ed ha vinto, con il progetto Passo, il Premio Equilibrio 2009 della Fondazione Musica per Roma.
Nell’incontro Ambra Senatore proseguirà il lavoro intrapreso con Passo, ovvero la direzione di un gruppo e il tentativo di lavorare su dinamiche di movimento danzate, nutrite di elementi teatrali, di sottili frammenti narrativi, come pennellate di azioni e di gesti consueti.
Nel nuovo progetto l’intento è quello di esplorare maggiormente la costruzione drammaturgica, non necessariamente per arrivare ad una narrazione, ma ad una drammaturgia che passi attraverso le azioni e la presenza dei corpi.
“Inizieremo le prove a metà ottobre ed apriremo per la prima volta allo sguardo questi nuovissimi materiali sparsi in una sorta di chiacchierata proprio a Novo Critico, ringraziando per la partecipazione chi vorrà essere presente al confronto” Ambra Senatore.

AMBRA SENATORE
nata a Torino nel 1976, lavora nell’ambito del teatro di danza in Italia e in Francia dal 1997. Dopo alcune esperienze di creazione collettiva dal 2004 è autrice di suoi spettacoli. Ha collaborato con Jean Claude Gallotta, Giorgio Rossi, Georges Lavaudant (Théâtre de l’Odéon, Parigi), Marco Baliani e Roberto Castello. Collabora come autrice con Antonio Tagliarini.
Ha pubblicato La danza d’autore. Vent’anni di danza contemporanea in Italia, UTET, Torino, 2007.
Vince, con Passo, il Premio Equilibrio 2009 della Fondazione Musica per Roma.
Altre produzioni sono Non so fare Maglie 2010 (istallazione/opera collettiva codiretta con Ilaria Turba), Passo-duo 2009, Maglie 2009, L’ottavo giorno (di A. Senatore e A. Tagliarini), Altro piccolo progetto domestico 2007, Informazioni Utili 2006, Merce 2005, EDA-solo 2004.
Le sue creazioni muovono dall’osservazione fisica di semplici eventi consueti giungendo alla scrittura di partiture di azioni che spostano il punto di vista sulla realtà con una vena umoristica e surreale, spesso con una critica sottile e tagliente. L’evocazione della realtà per frammenti si accompagna all’esplicita dichiarazione del gioco della finzione teatrale.
È autrice anche di performance per spazi non teatrali che sviluppano tematiche relative al commercio dell’opera e del suo autore-interprete.

RODOLFO SACCHETTINI
È critico teatrale della rivista Lo straniero e fa parte del coordinamento critico e organizzativo del Festival di Santarcangelo per il triennio 2009-2011. E’ dottore di ricerca in Italianistica. Ha curato insieme ad Ascanio Celestini il volume Storie da legare (Edizione della Meridiana, 2006), e con Anna Dolfi e Nicola Turi il volume Memorie, autobiografie, diari nella letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento (ETS, 2008). Ha pubblicato L’oscuro rovescio. Previsione e pre-visione della morte nella narrativa di Tommaso Landolfi (SEF, 2006). Ha scritto saggi per la collana “I libri quadrati” della Ubulibri: Motus, Io vivo nelle cose (2006), Fanny & Alexander, Ada. Romanzo teatrale per enigmi in sette dimore liberamente tratto da V. Nabokov (2006); Kinkaleri, 2001-2008. La scena esausta (2008). Dal 2004 cura e conduce una rubrica radiofonica bimensile di attualità teatrale su Rete Toscana Classica ed è tra i fondatori di Altre Velocità, gruppo di osservatori e critici teatrali (
www.altrevelocita.it)


ingresso libero su prenotazione

info e prenotazioni: tel 349 2834261
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OSSERVATORIO CRITICO UNIVERSITARIO - QUINTO INCONTRO

Quinto incontro: 29 ottobre 2010
NOVO CRITICO 2010: ELVIRA FROSINI/ KATAKLISMA incontra MASSIMO MARINO





























Io mangio, tu mangi, egli mangia…

Che rumore disgustoso
Deve fare Polifemo
Mentre divora le sue vittime
Nel buio della caverna dove dimora
E se accendendo delle candeline
Trovassimo Marilyn Monroe
Al posto di Polifemo?

Blastare un’icona?
E perché non più d’una?
In fondo lasciamo che siano delle icone
A rappresentarci
Milioni di Marilyn
Dietro cui si celano altrettanti Manson
Individui cresciuti per divorare
Figli di un’era in cui
Tutto viene prodotto per essere divorato
Nella maggiore quantità possibile
Nel minor tempo possibile
Cibo
Riviste
Automobili
Farmaci
Monumenti
Quadri
Film
Persone
Amici
Artisti
Icone
Se stessi
E la Madonna stessa chi è
Se non una madre
Che altro compito non ha
Se non quello di insegnare al proprio figlio
Che su questa terra
Se non vuole essere bene di consumo
Deve imparare a consumare?

È storia
Che Cristo Nostro Signore
È diventato un bene di consumo.

Elvira Frosini, nei frammenti del suo primo studio per “Digerselz”, apre uno spiraglio su una tematica senza tempo per l’uomo: il cibo. Da un lato elenchi di ogni sorta di pietanza, l’abbondanza e la sovrabbondanza, fino ad arrivare all’eccesso e allo spreco di cibo cui siamo abituati, dall’altro lato il cibo come metafora del consumo, cui siamo ormai dediti, di qualunque cosa: oggetti, persone, idee nostre o altrui.
Contestualizza la propria critica nella più contemporanea società occidentale prendendo spunto da figure immortali, sacre e profane: evoca prima una sfatta diva Monroe e poi una psicotica Maria di Nazareth, entrambe vomitanti parole, per restare in tema di cibo, allarmate e allarmanti presagi di un mondo senza veli di illusorio equilibrio, dentro e fuori di sé, nel malsano rapporto con ciò che le (e ci) circonda. Il tutto senza inutili intellettualismi, senza ridondanze, in maniera cruda.
Elvira Frosini sembra spinta dall’urgenza di una comunicazione lucida e incisiva da cui emerge l’esigenza di esprimere e ribadire, attraverso una certa ironia, la compulsività del nostro atteggiamento fagocitante verso la realtà circostante.
Primo studio per “Digerselz” promette di diventare un ottimo spettacolo, molto attuale e con un “bacino d’utenza” potenzialmente illimitato. Non ci resta che aspettare di vederlo per intero.

[Blastare: prendere in giro, deridere, sfottere con decisione, o render palese l’altrui torto con cinismo, senza alcuna pietà.]

Gabriele E.
Osservatorio critico Roma2





In cerca

Un vestitino corto a fiorami e una parrucca bionda non fanno di chi li indossa una rediviva Marylin Monroe, di cui il famoso augurio cantato al suo amante troppo importante è ripetuto con distorsione ed abbondanza da Elvira Frosini, che nei suoi due primi appunti decide di mostrare l’eccesso derivante da una visione malata del cibo, piaga come noto del nostro tempo. Occorre dunque operare un’approfondita selezione tra le fonti perché lo spettacolo non cada nel risaputo e nel cliché. Una barricata piena di cibo delle prime prove  che sostiene la Frosini deve significare barricata tra due mondi, politica, barricata con valenza metaforica  viene qui sostituita da un presepe, con l’intento di mantenere l’idea iniziale di divisione. Il personaggio onnivoro straparla, vomita lo schifo del proprio mondo e di ciò che il mondo le offre, ma il troppo che dice non arriva allo stomaco di chi guarda, le parole non possiedono ancora una forza dilaniante, non c’è riso amaro, né ironia dissacrante. Quando il tema scotta, bisogna che esse brucino o si lascino bruciare. Come evidenziato nel dibattito, ciò cui si è assistito non è che una delle molteplici fasi di un lavoro in evoluzione che si interroga costantemente. La Frosini domanda al pubblico ed ascolta con interesse per capire cosa il confronto può offrire alla sua ricerca, dove il cambio di idee ed i dubbi sono necessariamente di stanza.

Laura Pacelli
Osservatorio critico Roma2







lunedì 8 novembre 2010


L'ottavo appuntamento in calendario è

Mercoledì 10 novembre ore 16

UNIVERSITÀ ROMA2 TOR VERGATA
Facoltà di Lettere e Filosofia
Via Columbia 1 - Roma


DARIA DEFLORIAN
incontra
KATIA IPPASO



Nell'ottavo incontro di Novo Critico verrà presentato:

Reality
di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini


Si terrà mercoledì 10 novembre alle ore 16 presso l’Università Roma2 Tor Vergata l’incontro con Daria Deflorian per la presentazione di Reality, progetto dedicato alla storia di Janina Turek, a partire dal reportage di Mariusz Szczygieł in ‘Kaprysik, damskie historie’, di prossima pubblicazione in Italia. (Nottetempo, giugno 2011). Vicenda di una donna polacca che per cinquant’anni ha annotato minuziosamente ‘i dati’ della sua vita: quante telefonate a casa aveva ricevuto e chi aveva chiamato (38.196), dove e chi aveva incontrato per caso (23.397), quanti appuntamenti aveva fissato (1.922), quanti regali aveva fatto, a chi e di che genere (5.817), quante volte aveva giocato a domino (19), quante volte era andata a teatro (110), quanti programmi televisivi aveva visto (70.042). Una vita anonima e unica, speciale e banale, un reality senza show annotata in 748 quaderni, trovati alla sua morte nel 2000 dalla figlia ignara ed esterrefatta. Nessuno stupore se una scelta del genere la fa un’artista visiva come Sophie Calle, in fondo niente di diverso delle opere immaginate da Michel Houellbecq nel suo ultimo libro, ‘La carta e il territorio’ dove il protagonista passa quindici anni a filmare dettagli casuali del fogliame intorno a casa. Quello che mette uno strano brivido addosso nello scorrere la vita nei dettagli di questa anonima casalinga di Cracovia, è che non è un’opera artistica, non è un paradosso intellettuale, non è rivolto in nessun modo ad un pubblico. Per sua scelta personale, aveva cominciato intuitivamente a nobilitare il proprio tran tran quotidiano.
Un progetto teatrale da approfondire con Katia Ippaso, giornalista e scrittrice, redattrice de Gli Altri, Hystrio e Lettera22.


DARIA DEFLORIAN e ANTONIO TAGLIARINI
dal 2008 iniziano a firmare insieme alcune creazioni: Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch (Festival Short Theatre di Roma), Blackbird, lettura scenica dal testo di David Harrower (Festival Trend, Roma) e from a to d and back again liberamente ispirato a Andy Warhol (teatro Palladium, Roma).

DARIA DEFLORIAN è attrice, autrice e regista di spettacoli teatrali. Le sue ultime produzioni sono state: Manovre di volo (2001) da Daniele Del Giudice in collaborazione con Leonardo Filastò, Torpignattara (2004) da P.P.Pasolini, Corpo a Corpo (2007) da Dorothy Porter in collaborazione con Alessandra Cristiani, Bianco (2008), testo di Azzurra D'Agostino in collaborazione con ArgheTeatro. Ha lavorato come attrice tra gli altri con Marcello Sambati, Fabrizio Crisafulli, Remondi e Caporossi, Mario Martone, Martha Clarke (New York), Accademia degli Artefatti e Marco Baliani. E' stata assistente alla regia per Mario Martone, Pippo Delbono e per Anna Karenina di Eimuntas Nekrosius. Attualmente sta lavorando per il nuovo progetto della drammaturga e regista Lucia Calamaro.

ANTONIO TAGLIARINI è performer, autore e regista. Ultime creazioni presentate in Italia e in Europa: Trilogia sulla rappresentazione: Freezy (2003), titolo provvisorio:senza titolo (2005) e Show (2007); L’ottavo giorno (2008/Festival Esterni), creato con Ambra Senatore; Rewind – omaggio a Caffe Muller di Pina Bausch (2008) creato con Daria Deflorian; From a to d and back again (2009) creato con Daria Deflorian; Royal Dance con Idoia Zapaleta e Antonio e Miguel con Miguel Pereira (2010). Invitato come creatore in vari progetti performativi internazionali da APAP 2007, “Sites of Immagination” 2008 e “Pointe to Point” Asia-Europe Dance Forum 2009. Lavora e collabora con vari artisti tra cui Miguel Pereira, Raffaella Giordano, Giorgio Rossi, Massimiliano Civica, Fabrizio Arcuri, Idoia Zapaleta, Daria Deflorian e Ambra Senatore.

KATIA IPPASO autrice, giornalista e scrittrice, ha lavorato per vari giornali italiani, tra cui “L’Unità” “Rinascita”, Liberazione”. Attualmente scrive di politica e cultura per il settimanale “Gli Altri” e collabora per “Lettera 22” e per “Hystrio”. Come drammaturga ha scritto alcuni atti unici centrati sul tema della famiglia e della violenza. Con Giordano Raggi, è autrice del dramma “Controfigura”. Per l’Ente Teatrale Italiano ha diretto i periodici “La Critica” e “Etinforma”. E’ autrice di una serie di documentari che raccontano i grandi attori del cinema italiano (Anna Magnani, Ugo Tognazzi, Totò), trasmessi tutti su Sky Cinema. Per lo “Speciale Fahrenheit 9/11” sul film di Michael Moore (realizzato con Gabriele Acerbo) ha ottenuto il secondo premio al New York Tv Film Festival. Nel marzo 2008 è uscito il suo primo romanzo, “Nell’ora che è d’oro”, ambientato a New York. Con Editoria e Spettacolo ha pubblicato: “Le voci di Santiago”, l’introduzione di “Abbasso il re” (giovani voci della drammaturgia cilena), “Io sono un’attrice –I teatri di Roberto Latini” (aprile 2009) e “Amleto a Gerusalemme”, reportage dalla Palestina (novembre 2009). Alla fine del 2009 crea un’alleanza artistica con Cinzia Villari: scelgono come nome “Le Onde”, dal romanzo di Virginia Woolf. Le due scrittrici stanno lavorando ad una trilogia teatrale sul Giappone contemporaneo: il primo movimento, già in corso d’opera, s’intitola “Doll is Mine”.



info e prenotazioni:
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domenica 7 novembre 2010

MATERIALI E RIFLESSIONI : QUINTO INCONTRO

 

LE RIFLESSIONI CRITICHE DI MASSIMO MARINO


 (none)



Guardare l'altro teatro 

Quando si parla di critica, in ambienti teatrali si esprime spesso il compianto per un caro estinto, per un’attività rassicurante del bel tempo andato, che una volta c’era e ora non c’è più. Era un ornamento di lusso, uno spazio del pensiero applicato all’esperienza, un momento di confronto per gli artisti e per il pubblico, cancellato dalla marea montante della società dello spettacolo, che educa a non distinguere, a evitare di scegliere, di analizzare, di giudicare, e invita solo a consumare. L’intellettuale – si ripete – si è tramutato in funzionario e in addetto stampa, in propagandista, in una voce confusa tra mille altre che prendono la parola magari tutte insieme, senza caratteristiche spiccate e perciò sostanzialmente inutile.
Non credo che le cose stiano così. È vero: l’atteggiamento critico in genere oggi è evitato, eluso, sanzionato; si preferisce adagiarsi nel flusso delle correnti dominanti. Eppure segni di rifiuto a farsi cannibalizzare esistono e sono vivissimi, grazie anche alle nuove possibilità di internet, grazie a un teatro che a sua volta si interroga in modo continuo, ponendo il confronto come una delle necessità ineliminabili. Forse è cambiato il ruolo, sono mutati i supporti, la vecchia aristocratica professione del bello scrivere si è democratizzata, con l’inevitabile contraccolpo di perdere alcune prerogative, di smarrire certi punti fermi.
Andiamo, per esempio, a Roma, tra le periferie in movimento di Tor Vergata con la sua Università Roma 2 e la nuova zona di ritrovo, vita sociale, avventure imprenditoriali e intellettuali del Pigneto, sulla Casilina. In uno spazio del Pigneto nuovo, in via De Agostini, in un ex magazzino di non molti metri quadrati, ha sede l’associazione Kataklisma, fondata da Elvira Frosini, una danzatrice che deborda dai codici coreografici per spettacoli dove anche la parola sostiene penetranti viaggi in mitologie contemporanee. Nel 2008 aveva organizzato Uovo critico. Quest’anno è riuscita a rimettere in piedi la rassegna col il nome di Novo critico. La formula mette a confronto un critico con un artista o un gruppo di teatro o danza che presenta un lavoro in divenire o una sintesi del proprio percorso. Entrambi i contendenti si muovono su terreni laterali rispetto a quelli ufficiali: i critici raramente scrivono su giornali, molto più di frequente collaborano a riviste, siti internet, blog, esperienze indipendenti come “Altre Velocità” o “Krapp's Last Post” (che documenta l’iniziativa); gli artisti praticano territori di sperimentazione variamente configurati.
Partecipa un pubblico di studenti e di appassionati e altri gruppi che stanno elaborando strumenti di impegno artistico o critico originale. Intorno a uno o più frammenti di spettacolo già fatto o da farsi si innesca un’analisi, un discorso, un dibattito che spazia dal commento all’interrogazione sulla prospettiva di creazione, alla discussione dei temi evocati. Soprattutto è un dialogo tra critico, artista e pubblico che rappresenta effettivamente un nuovo modo di fare critica. Non un giudizio frontale, definitivo per uno spettacolo concluso, ma una seduta analitica (di analisi teatrale? sociale? psicanalitica?) di materiali in via di definizione, che produrrà un risultato originale attraverso il confronto di esperienze, visioni, idee, possibilità.
I contendenti sono stati finora Daniele Timpano e Nicola Viesti, Andrea Cosentino e Claudia Cannella, Santasangre e Antonio Audino, Alessandra Sini e Rossella Battisti, Teatro Forsennato e Florinda Nardi, Gaetano Ventriglia con Silvia Gabbuggino e Simone Pacini; prossimamente saranno Daria Deflorian e Katia Ippaso, Ambra Senatore e Rodolfo Sacchettini, Accademia degli Artefatti e Andrea Porcheddu.

presepe.jpg

Digerseltz

Anche chi scrive ha fatto un incontro, con Elvira Frosini, che ha presentato un assolo intitolato Digerseltz. Una quindicina di minuti, con l’attrice-performer separata dal pubblico dalla riproduzione bidimensionale di alcune figurine di un presepe napoletano, un monologo (almeno in questa fase) sul cibo, una asciutta incisiva presenza fisica e un fiume di parole che riprendono con cifra ironica stereotipi su quell’attività primaria, sociale, personale, collettiva che è il mangiare. Il tema è ambizioso e di questo si è parlato alla fine, notando anche come l’autrice stia passando sempre più dal teatro danza a spettacoli abitati dall’esigenza di comunicare verbalmente.
ELVIRA FROSINI DIGER PRIMO ST 1.jpgSembra quasi divorata dalle parole sul cibo, spesso cliché, che la parlano, la dominano, la guidano in rituali sociali e mitologici dove appaiono le figure di Saturno che mangia i propri figli, una bionda Marilyn in preda a parole, canzoni, uomini, fino a un’apertura verso il pubblico aprendo la barriera del presepe, metafore di ganasce sempre in movimento, che scambiano il piacere con il possesso. Parole, parole, parole, per sostituire atti dei quali abbiamo perso la necessità, l’urgenza. Sulla sfondo una torta con candelina e un agnellino di peluche, uno dei giocattoli che costellano sempre le visioni pop di questa attrice-autrice dal segno essenziale ed efficace come un sacrificio. Lo spettacolo ripercorrerà i rituali della festa di compleanno, il banchetto, l’orgia, il convivio funebre, indagando le funzioni di un cibo che invade sempre di più la nostra società vorace o anoressica.
Durante l’incontro, analizzando questi iniziali appunti che si sono visti, si è parlato di ciò che ancora non c’è, di come l’attrice vorrebbe introdurre due altri attori, uomini, di come questo inserto cambierebbe tutto portandolo verso confini inaspettati. Uno spettacolo da farsi, che si offre in pasto agli sguardi con domande in questa fase ancora irrisolte, cercando nell’incontro suggestioni in cambio di quelle offerte, provando a rappresentare un percorso e un modo di lavorare attraverso questa stessa aperta interrogazione.
Immagine di anteprima per ELVIRA FROSINI DIGER PRIMO ST 6.jpg
Un'ultima nota: nel pubblico c'erano molti critici giovani e di mezza età. Il dibattito è stato partecipato, in certi momenti acceso: ho avuto l'impressione di un momento molto vivo della riflessione sul teatro a Roma.
Al progetto di Novo critico partecipano anche il Dass dell’Università La Sapienza, Radio 3, la Fondazione Romaeuropa, l'assessorato alle Politiche educative, scolastiche, della famiglia e della gioventù del Comune di Roma, l'ufficio Politiche della gioventù. Un osservatorio formato da studenti delle due università, coordinato da Roberto Ciancarelli e Donatella Orecchia, segue gli incontri.

ELVIRA FROSINI DIGER PRIMO ST 5.jpg

Massimo Marino, Controscene
6 novembre 2010

sabato 6 novembre 2010

QUINTO APPUNTAMENTO : ELVIRA FROSINI - KATAKLISMA /MASSIMO MARINO

Novo Critico 2010. Elvira Frosini a cena con Massimo Marino



a cura di Klpteatro.it

INTERVISTA DI KLP A ELVIRA FROSINI E MASSIMO MARINO


a cura di Klpteatro.it

QUARTO APPUNTAMENTO : ALESSANDRA SINI /ROSSELLA BATTISTI

Novo Critico 2010. Alessandra Sini e la danza "non-familiare"


a cura di Klpteatro.it

INTERVISTA DI KLP AD ALESSANDRA SINI E ROSSELLA BATTISTI


a cura di Klpteatro.it

mercoledì 3 novembre 2010

Il settimo appuntamento in calendario è

Venerdì 5 novembre ore 21

SPAZIO KATAKLISMA

Via G. De Agostini 79 - Roma (Pigneto)


SILVIA GARBUGGINO E GAETANO VENTRIGLIA
incontrano
SIMONE PACINI





Nel settimo incontro di Novo Critico:

Estratti dostoevskijani
un progetto di Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia


Venerdì 5 novembre ore 21 (Spazio Kataklisma) Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia presenteranno un estratto dall'ultimo capitolo dostoevskjiano, realizzato a Napoli nel giugno 2010. I due registi - attori affrontano da anni un cammino di traduzione scenica di alcune opere di F. Dostoevskij, con gli spettacoli Nella luce idiota, Prima stanza, Satisfaction, Il Premio Dostoevskij, Delitto e Castigo ai Quartieri Spagnoli, e l'Amleto di Shakespeare (non ho prospettive). Analizzeranno il loro percorso artistico con Simone Pacini, giovane critico teatrale del Krapp's Last Post, klpteatro.it, rivista in rete specializzata nella critica e la diffusione della cultura teatrale.

SILVIA GARBUGGINO e GAETANO VENTRIGLIA fondano nel 2002 la compagnia Malasemenza, con la quale affrontano un cammino di traduzione scenica di alcune opere di F. Dostoevskij, con gli spettacoli nella luce idiota, prima stanza, Satisfaction, Il Premio Dostoevskij, Delitto e Castigo ai Quartieri Spagnoli, e l'Amleto di Shakespeare (non ho prospettive). Per Novo Critico presenteranno un estratto dall'ultimo capitolo dostoevskjiano, realizzato a Napoli nel giugno 2010.

SIMONE PACINI ha studiato organizzazione e gestione di eventi e spettacolo dal vivo. Ha collaborato con il Teatro Metastasio di Prato e il Teatro Olmetto di Milano e con alcuni festival come il Ravenna Festival e il Festival dell'Unione dei Teatri d'Europa organizzato dal Teatro di Roma. Dal 2003 collabora con l'Associazione Carte Blanche all'organizzazione del festival VolterraTeatro. Dal 2006 al 2008 ha lavorato per le Edizioni Ubulibri di Milano. Da dicembre 2009 collabora con l'Associazione 3D di Roma per l'organizzazione di Capalbio Cinema International Short Film Festival e da aprile 2010 si occupa di organizzazione e promozione con la compagnia teatrale romana Accademia degli Artefatti, con la quale ha organizzato l'ultima edizione del festival Sho®t Theatre. Da tempo spettatore militante e osservatore appassionato, alterna l'attività organizzativa a quella critica. Ha fondato nel 2004 Il Grido, rivista di cinema in seguito diventata portale web. Da ottobre 2008 è redattore della testata giornalistica teatrale on-line Krapp's Last Post. Utilizza nuovi spazi on-line per lo sviluppo di forme di critica e informazione teatrale alternativa, come i social network (Twitter e Facebook) e il suo blog fattiditeatro (http://fattiditeatro.splinder.com/).


ingresso libero su prenotazione

info e prenotazioni: tel 349 2834261
novocritico@gmail.com
novocritico.blogspot.com







lunedì 1 novembre 2010

Il sesto appuntamento in calendario è

Mercoledì 3 novembre ore 16
UNIVERSITÀ ROMA2 TOR VERGATA
Facoltà di Lettere e Filosofia
Via Columbia 1 - Roma


TEATRO FORSENNATO
incontra
FLORINDA NARDI


Nel sesto incontro di Novo Critico verrà presentato:
Studio per un manicomio

Ideazione e regia Dario Aggioli
Interpreti Dario Aggioli, Angelo Tantillo
in collaborazione con
Consorzio Ubusette

Florinda Nardi, docente presso l’Università di Tor Vergata, incontrerà mercoledì 3 novembre alle ore 16 nei locali dell’Università Teatro Forsennato, nell’ambito del progetto Novo Critico. Fondata da Dario Aggioli, la compagnia romana lavora da anni sull’uso dell’improvvisazione su canovaccio e sulla visione dello spettatore come parte integrante dello spettacolo. Questi due aspetti sono finalizzati a riportare la performance teatrale a una dimensione di evento, che per ogni replica è unico e possibile solo in quel momento e in quel luogo. Il progetto presentato, Studio per un manicomio, è incentrato sulla figura di Carlo Angela, padre del più noto conduttore e giornalista Piero, Giusto tra le nazioni.
Nel periodo della dittatura fascista Angela fu direttore sanitario della casa di cura per malattie mentali "Villa Turina Amione". Qui, sotto l'occupazione tedesca, Angela offrì rifugio a numerosi antifascisti ed ebrei, falsificando le cartelle cliniche per giustificarne il ricovero e insegnando loro a comportarsi come malati di mente.
Da qui il pretesto che muove lo spettacolo.
Il pubblico si troverà in quel manicomio, in cui Enrico, fascista affetto da turbe mentali, e Ferruccio, ebreo che finge di essere squilibrato, racconteranno la tragedia delle leggi razziali, attraverso la comicità amara della situazione.


TEATRO FORSENNATO è un gruppo teatrale nato nel 1999 e divenuto associazione nel marzo del 2004, con sede a Roma. I componenti del Teatro Forsennato sono Dario Aggioli, Stefania Papirio, Carla Damen (organizzazione), e Angelo TantillO, Collaborano con la compagnia Sergio Lo Gatto, Susan El Sawi, Sarah Paroletti, Lucio Leoni, Caterina Zotti e il gruppo jazz Trio Naga.
Segnalata nel libro di Graziano Graziani Hic Sunt Leones - Scena Romana Indipendente la compagnia organizza in Italia lʼAtelier annuale con Jean-Paul Denizon, attore e aiuto regista di Peter Brook.
Gli spettacoli in repertorio sono Sangue Palestinese in scena dal 2003, Le figurine mancanti del 1978 e Makilé - la Bambina nel Grande Serpente. La nuova produzione del 2009/2010 è Le Voci di Fuori – Selezione Premio Scenario 2009, Vincitore del Bando OFFx3, che ha debuttato al Teatro Palladium nella stagione della Fondazione Romaeuropa nel gennaio 2010.

FLORINDA NARDI Ricercatrice in Italianistica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata” dal 2007, ha tenuto corsi sulle teorie del comico nella trattatistica del Cinque-Seicento, sull’influenza della Commedia dell’Arte sul teatro italiano del Novecento, sui percorsi e le strategie del comico da Luigi Pirandello a Dario Fo presso la NUCT (Nuova Università del Cinema e della Televisione), e per il corso di Laurea in Storia, Scienze e Tecniche della Musica e dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”.
Da gennaio 2006 è responsabile della redazione di “Pirandelliana. Rivista internazionale di studi e documenti”. Ha collaborato con diverse riviste, fra le quali “Dante. Rivista internazionale di studi su Dante Alighieri”; Periferie. Confronti poetici; ed Elicona.
Ha curato i volumi Carlo Goldoni e la “professione di scrittor di commedie” (Roma, Nuova Cultura), contenente il saggio Dal professionismo attorico al professionismo autoriale. La riforma della Commedia dell’Arte di Carlo Goldoni e L’ “emozione feconda”. Pirandello e la creazione artistica (Roma, Nuova Cultura), contenente il saggio Un’“emozione feconda” per un percorso di ricerca e didattica attraverso l’opera pirandelliana.
Ha scritto L’umorismo nel teatro italiano del primo Novecento. Peppino De Filippo e Achille Campanile (Manziana, Vecchiarelli, 2007) e Percorsi e strategie del comico. Comicità e umorismo sulla scena pirandelliana (Manziana, Vecchiarelli, 2006).



ingresso libero su prenotazione

info e prenotazioni: tel 349 2834261

novocritico@gmail.com
novocritico.blogspot.com