sabato 28 maggio 2011

RASSEGNA STAMPA

KLPTEATRO.IT

Novo Critico 2010. Quando critica, pubblico e artisti lavorano insieme


Guai a chi cerca ancora di affermare che artisti, pubblico e critica sono entità separate, mondi distanti. Due anni fa, a Kataklisma Teatro, gestito dall’omonima compagnia (sotto la guida di Elvira Frosini) al quartiere romano del Pigneto, si era svolta la prima edizione di quello che allora si chiamava “Uovo Critico”. Il progetto mirava a creare uno spazio di lavoro e riflessione comune in cui si quelle tre entità si potessero incontrare. L’esigenza proveniva da una crescente diffidenza nata intorno al legame che doveva e dovrebbe fare da collante per la prosperità e la conservazione del teatro contemporaneo. Del teatro, ci piace tornare a dire, “sperimentale”, nel senso proprio del termine, cioè quel genere di lavoro che vede la scena come terreno di sperimentazione scientifica.

Le disastrose circostanze (economiche e non solo) dei mesi passati avevano reso impossibile la replica di quell’evento nell’annata 2009. Ora la volontà di preservare quel legame torna a farsi più che mai urgente. Da questa piccola storia nasce, con appunto rinnovata forza, “Novo Critico – Appuntamenti tra critica e nuova scena performativa”. La formula resta più o meno invariata: sono stati selezionate 10 compagnie/artisti e 10 critici; nel corso di due mesi (dall’8 ottobre al 3 dicembre 2010), si terranno degli incontri che testimonieranno la relazione tra queste due categorie, il tutto di fronte alla terza: il pubblico.
Per gli spettatori non si tratterà tanto di assistere a una sorta di “incontro di boxe” tra critico e artista, quanto piuttosto di essere parte integrante del formarsi e del consolidarsi di un rapporto che per forza di cose esiste da sempre. La creatività incontra la considerazione estetica: il critico viene messo in contatto con l’artista al momento della definizione del calendario, in modo che abbia tempo e modo di approfondirne il lavoro, comprenderne l’estetica, riflettere sulle sue motivazioni di fondo. Durante l’incontro l’artista presenterà il proprio lavoro davanti al pubblico e al critico di turno, con il quale si intavolerà la discussione. Non un semplice dibattito, ma la costruzione di una strada estetica completa, il tentativo di riunire le forze verso una meglio definita direzione, un percorso più consapevole nella creatività come nella sua traduzione in un codice comprensibile per gli spettatori.

L’evento, promosso dal Comune di Roma, presentato in collaborazione con DAMS di Lettere e FIlosofia dell'Università di Tor Vergata, DASS, Facoltà Scienze Umanistiche, La Sapienza, Università di Roma e con il partenariato di Fondazione Romaeuropa, prevede per quest’anno l’inserimento di una nuova collaborazione, chiamata “Deposito Critico”: il prof. Roberto Ciancarelli (docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo e Storia della Danza e del Mimo all’Università di Roma La Sapienza) e Paolo Ruffini (giornalista, critico e studioso di teatro, che dirige, tra l’altro, la collana “Spaesamenti” per Editoria&Spettacolo) saranno “testimoni speciali e competenti” degli incontri di Novo Critico, offrendo un contributo fondamentale all’approfondimento della discussione. Proprio perché, per chiudere il cerchio, la volontà del progetto promosso da Kataklisma e amnesiA vivacE è quello di restituire alla critica l’approfondimento di contenuti necessario a valorizzare il lavoro di chi fa il teatro. L’ultima iniziativa sarà quella, già sperimentata nei festival più all’avanguardia, di istituire un Osservatorio Critico, coordinato da docenti delle Università di RomaUno (Elena D’Angelo e Francesca Magnini, coordinate dal prof. Ciancarelli) e RomaDue (Giada Oliva, Francesca Bini e Maria Rita Di Bari, coordinate dalla prof.ssa Donatella Orecchia).

Si parte l’8 ottobre con l’incontro tra Daniele Timpano e Nicola Viesti. Gli appuntamenti successivi di ottobre prevedono Andrea Cosentino / Claudia Cannella, (15 ottobre), Santasangre / Antonio Audino (il 20), Alessandra Sini / Rossella Battisti (il 26) e Kataklisma / Massimo Marino (il 29). E via fino al 3 dicembre (vai al programma completo), ospitati ora dallo spazio Kataklisma e ora dall’Università di Tor Vergata. Krapp’s Last Post seguirà l’evento come media partner ufficiale insieme a Radio Tre. Filmeremo tutti gli incontri, dei quali daremo conto pubblicando via, con la maggior celerità possibile, un breve montaggio video di qualche minuto che offra un’idea delle questioni emerse, dei passi fatti insieme. Nel corso dell’evento intervisteremo anche gli artisti e i critici coinvolti, per dimostrare davvero che, se questo è il momento di far rinascere la critica, KLP è qui e si batte in prima linea.
la Redazione di Klpteatro.it
4 ottobre 2010

mercoledì 11 maggio 2011

RASSEGNA STAMPA

 IL DOPO TEATRO


Novo critico: la critica è viva

A breve inizia Novo Critico: una serie di incontri tra attori, pubblico e critica. A ogni aritsta viene affiancato un critico: costretti a dialogare ne uscirà qualcosa che verrà presentato al pubblico. Un'opportunità unica per il triangolo della perfezione! Finalmente.
Ho sognato per poco che mi avessero scelto per partecipare come critico e così ho sognato di parlare con un pò di balbettìo e la "r" moscia: "Dovrei esordire con la frase più banale al mondo: la Critica è morta! Ma che cazzo vuol dire? Allora dico che la Critica è viva. O meglio ci sono dei morti che ancora scrivono e dei vivi che vorrebbero. Ci sono certi morti che, essendosi fatti rosicchiare riga a riga il loro spazio sul giornale, hanno riversato le idee sul web uccidendo, da morti, la Critica stessa e, cosa quanto mai rara, il web journalism. Sembra che sfoghino quel pensare vacuo che non possono mettere nel giornale. Aprono dei blog nei siti dei quotidiani nazionali e si abbandonano. E non se ne abbia a male qualcuno in sala!
Poi c'è una nuova generazione (che va dal ventenne al settantenne), lungimirante, che prova a capire e smontare uno spettacolo con la tecnologia. Fa della sintesi il dono più grande alla recensione e quando trova l'artista a lui congeniale lo studia con tutta la tecnologia possibile.
E' quanto di più lontano dal teatro riprodurre uno spettacolo con un video, ma è altrettanto lontano non parlarne a dovere per conservare una memoria. Il Critico deve cadere a piombo nelle reti che l'artista ha posto per sè e per il pubblico. Mai creerà qualcosa per un critico.
E allora direi ai morti, ai quali riconosco l'autorevolezza che si mostra ai morti, di farsi da parte. Fate altro. Noi siamo più sporchi di voi, siamo senza sciarpa, abbiamo lasciato cadere tante vostre credenze...in sintesi abbiamo avuto Maestri diversi che voi non avete conosciuto. Tutto qui.
Se il Teatro è contemporaneo i morti sanno cosa fare."
redazione Il Dopo Teatro
3 ottobre 2010

martedì 3 maggio 2011

CONTRIBUTI E APPUNTI



Ha senso fare teatro?

Ormai tempo fa all'incontro di Novo Critico con Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia una persona si è chiesta: "Ma ha senso fare teatro?". Vedo Gaetano ed Elvira Frosini scuotersi e rispondere quasi all'unisono: "certo che ha senso!"
La domanda ragionata, ma del tutto istintiva, ha corroso il pensiero alla ricerca di una risposta.

Pensiero corroso:
Garbuggino e Ventriglia hanno montato per noi con profonda educazione due frammenti di un loro spettacolo: una scena presa dai "Fratelli Karamazov" di Dostoevskij a cui seguiva lo scketch della metempsicosi. La sensazione che abbiamo avuto è quella di essere raccolti tutti, artisti-critici-pubblico, intorno a una tomba sulla cui lapide c'era scritto TEATRO.
Non vogliamo sapere l'ora del decesso e se poi c'è veramente stato, ma puntualizzo che affermare la morte del teatro equivale a dire che è morto l'Uomo. Non posso giurare di vedere intorno a me degli uomini più che dei morti viventi, ma se così fosse?
Poi quella sera è intervenuto Ventriglia, che per tutta la prima scena era rimasto in silenzio, dando il suo "stacco" ironico-straniante. Si entra nella metempsicosi.
L'elaborazione teatrale del lutto passa per l'ironia cattiva di una storiella secondo cui da morto divieni escremento. In effetti la reincarnazione di un morto a cosa porta?
 Un ghigno di sorriso appare sul viso, abbiamo elaborato il lutto senza muoverci da quella tomba.

Alla domanda posta avrei dovuto reagire come gli artisti, scattando. Invece ho pensato a lungo finchè non si è parlato di fare un Teatro che sia CONTRO. E allora ha trovato senso essere artista, essere critica, essere pubblico.






 Critico, togli l'io!

La provocazione è stata: il critico deve togliere l'io.
Va bene, tolgo l'io. Ma tolgo le mie analisi, tolgo il mio spirito di osservazione, rado al suolo le emozioni che provo, strappo via tutto quello che vede il pubblico e con esso anche le mie conoscenze.
Mi tolgo, mi tolgo. Resto a casa.
Dovrei vedere solo una struttura scarna tirata su dall'artista per capire se è o no un spettacolo da vedere? Dovrei stilare una scheda tecnica dello spettacolo. Ecco, questo sì. Ma già esiste chi lo fa.
Sarebbe bello rispondere a questa provocazione dicendo così all'attore che l'ha posta: ci sei troppo TU nello spettacolo.  Ma quale critico affermerebbe questo?
Però la provocazione ha la verità dalla sua parte. E' talmente vera da divenire luogo comune.
Finchè si tratta di spettacoli che hanno largo successo, non si discute, il critico si preoccupa del pubblico sulle strutture dello spettacolo, ma quando l'artista sceglie una strada diversa, di un teatro contemporaneo, il critico che deve fare?! Preoccuparsi di un piccolo numero di spettatori o gettarsi sullo spettacolo con tutto l'io possibile cercando di essere attivo?
Dispiace quasi dirlo ma se si usa la parola critico, bisogna togliere tutte le altre tipo: attivo, militante...e metterne una sola: creativo. Tanto un'artista si lascia assorbire da arti, società....per condensare in un distillato lo spettacolo, quanto il critico assorbe per creare il suo testo, la sua critica.
Altrimenti chiamiamolo CRONISTA, rimanendo nella falsa idea che anche un cronista esclude l'io.